Renato "Sonny" Levi e i motoscafi dell'Avvocato Agnelli.

Barche

Giampaolo Marseglia

da Napoli, martedì 2 giugno 2020 alle ore 17:06:11

“Penso di essere nato più che designer, ingegnere, poiché la mia passione è quella di risolvere problemi...”. Era un grande personaggio, Renato Sonny Levi, morto a 90 anni in Inghilterra dopo una vita di successi. La nautica gli deve molto.

Nasce a Karachi, in India, dove la famiglia si era trasferita negli Anni Venti, per portare avanti la sua attività di costruzioni navali con il marchio Afco. Sonny (il nomignolo è della tata, che non riesce a pronunciare bene il nome italiano) studia in Francia a Cannes, quindi torna in India e allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si arruola nella RAF.

Nel primo Dopoguerra studia Ingegneria aeronautica, disegna aerei e barche veloci, influenzato anche dalle commesse per la fornitura di motonavi veloci per il governo indiano vinte dal cantiere del padre. Sarà proprio quest’ultimo a chiedergli aiuto come progettista e da qui nasce la sua carriera.

Nel 1956 vara il suo primo cabinato, lo “Speranza Mia”, la sua prima carena a V profondo (in contemporanea con l’americano Hunt), caratteristica che lo distinguerà e farà la sua fortuna. Nel 1950 torna in Italia, incontra il comandante Attilio Petroni, veterano di guerra in Marina, patron dei cantieri Navaltecnica di Anzio. Con lui realizza “A Speranziella”, un motoscafo veloce che va a correre la gara di offshore Cowes-Torquay. Arriverà sesta, toccando i 40 nodi, gran bella velocità per quei tempi. Segue il debutto vincente in Italia con la Viareggio-Bastia-Viareggio, Petroni & Levi a bordo.

Ormai, è una firma. Tra i suoi clienti anche Gianni Agnelli, che ordina i prototipi “Ultima Dea” e “Ultima volta”, con i quali partecipa alla Cowes-Torquay e al Dauphin d’Or in Costa Azzurra. Con “A Speranziella”, poi, nel 1963 l’equipaggio Petroni & Levi vince anche la gara in acque britanniche. E’ la consacrazione, che culminerà con “Arcidiavolo” del 1973: 67,7 nodi!

Tanto lavoro anche nella nautica da diporto. Nel 1972 “Drago” è la prima barca di serie a superare i 50 nodi (dell’Italcraft). Nel ‘73 “Dart” è il primo scafo da competizione dotato di trasmissione “step-drive”, con eliche di superficie: nasce il sistema Levi-Drive, ancor oggi usato da molte imbarcazioni.

Nel settembre scorso l’Università di Genova lo aveva insignito della Laurea Magistrale honoris causa in Yacht Design – Classe LM34 e gli era stata dedicata una mostra, Levi Milestones of Yacht Design, allestita al Salone Nautico, per celebrare i suoi 60 anni di attività e gli oltre 1500 progetti di barche (ricordiamo le sue carene formidabili per Magnum Marine...) che si distinguono per velocità ed eleganza.                                   (Fabio Pozzo, novembre 2016)


 


“Ultima Dea” nel porto di Cowes, prima della partenza della corsa (1962).

Sulla barca: Renato Levi (camicia bianca) e Gianni Agnelli (camicia a righe).

 





“Ultima Dea” nel 1962: ai comandi l’Avvocato Gianni Agnelli.


 



“Ultima Volta” alla Viareggio-Bastia-Viareggio (1966)




Fast Commuter G.50 ordinato dall’Avv. Agnelli all’Ing. Levi nel 1967.

Ai comandi: Sonny Levi.

 

 

 

 

Avvertenza:
Volendo aggiungere immagini interne all’intervento, cliccare Invio due volte prima e dopo averle inserite.
Solo così appariranno ben distanziate dal testo e tra loro.

 

Selezioni l'immagine di anteprima

INVIO