Oggetto: Cappotto Duca

Davide Baroncini

da Imola (BO), lunedì 17 ottobre 2016 alle ore 18:13:25

Egregio Gran Maestro,

desidererei farmi confezionare un cappotto elegante (ossia bello, seguendo la Sua bipartizione tra cappotto bello e cappotto caldo) e adatto per la sera (sto parallelamente pensando a uno smoking doppio petto Kent in flanella. ma le sciverò appositamente per tale abito).

Nelle infinite incursioni nel vetusto castello dei Cavalieri, ricordo il cappotto del duca (che allego) e mi piacerebbe replicarlo in parte.

Ecco, in breve, le mie problematiche affidando a Lei - come sempre - la possibile soluzione.

1) se non interpreto male il cappotto del Duca dovrebbe essere un Ulster. Siccome ne possiedo già uno, Lei reputa che un cappotto doppio petto possa essere in linea con i dettami classici?

2) sono in possesso di una pelliccia di astrakan - lascito di mia madre - vorrei utilizzarla per il collo. Potrebbe essere anche sciallato (come nella foto)?



3) Una eventuale 'foderatura' del cappotto con la stessa pelliccia risulterebbe troppo ridondante?

4) Pensa sia meglio un tessuto nero, oppure grigio scurissimo? Di quale peso?

5) Supponendo che la foggia doppio petto possa essere adatta, alle maniche vanno i bottoni? La parte posteriore va liscia con spacco centrale? Quanti bottoni davanti 6 o 8?

Ringraziandola sin d'ora, porgo distinti saluti.


Davide Baroncini

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INVIO

Giancarlo Maresca

Egregio signor Baroncini,

il cappotto "importante" con baveri in pelliccia ha avuto i suoi momenti d'oro tra gli anni '40 e '60. Nei '70 non era raro vedere anche pellicce complete, ma da giorno e per lo più goffe. In generale è un capo eloquente, che parla di una vita ricca di esperienze speciali e pertanto adatto a personalità spiccate. Meglio ancora se il soggetto è alto, anche se non necessariamente magro. Per sviluppare la sua vena drammatica, deve infatti essere lungo ben oltre il ginocchio. Questa è il principio cui Le consiglio di attenersi in linea generale, per il resto passo a rispondere alle sue dettagliate domande.

1) se non interpreto male, il cappotto del Duca dovrebbe essere un Ulster. Siccome ne possiedo già uno, Lei reputa che un cappotto doppio petto possa essere in linea con i dettami classici?

- Non direi che si tratti di un Ulster in senso proprio, perché le grandi tasche applicate non sarebbero compatibili coi contesti che questo capo deve affrontare. E' piuttosto un doppio-uso, cioè doppiopetto col collo tagliato in modo che il bavero si chiuda e il collo possa alzarsi. Tale foggia ha un aspetto morbido che ben si addice alle smussature imposte da un rivestimento in astrakan.


2) sono in possesso di una pelliccia di astrakan - lascito di mia madre - vorrei utilizzarla per il collo. Potrebbe essere anche sciallato (come nella foto)?

Il collo sciallato, pur apparendo naturale, ha qualcosa di effeminato. Lo lascerei perdere.


3) Una eventuale 'foderatura' del cappotto con la stessa pelliccia risulterebbe troppo ridondante?

L'astrakan, soprattutto quello di un tempo come sarà quello di Sua madre, ha una concia un po' rigida che non si presta a una fodera completa come un castoro o un cincillà.

4) Pensa sia meglio un tessuto nero, oppure grigio scurissimo? Di quale peso?

Opterei senz'altro per il nero, drammatico per eccellenza. Per lo stesso motivo, il tessuto deve essere pesante, direi 700 gr/mt o poco più, non meno. Suggerirei un panno (non un beaver) di puro cachemire, consistente e non brillante. Più o meno come quello che userebbe per un grande tabarro da sera, perché mentre tutti gli altri cappotti sono figli di fogge della guerra o della campagna, questo in particolare ha il DNA del mantello.

5) Supponendo che la foggia doppio petto possa essere adatta, alle maniche vanno i bottoni? La parte posteriore va liscia con spacco centrale? Quanti bottoni davanti 6 o 8?

Come vede, il Duca ha optato per il paramano. Le suggerisco di adottare i bottoni, in modo da appesantire il meno possibile la manica. Quanto all'abbottonatura, direi che sei bottoni sono il giusto, anche se spesso lo si vede a quattro perché in tal modo si può sviluppare meglio il bavero e valorizzare la pelliccia. Le accludo questa foto del 1941:


Il cappotto non ha il bavero in pelliccia, ma ne ha la grinta. Noti la lunghezza e l'altezza di tasche e punto vita. Se il capo fosse tagliato mezzo metro più su, sarebbe una perfetta giacca a doppio petto. Lavori su un progetto del genere e completi con un dietro ricco, con ampio taglio centrale raccolto da martingala abbottonata e chiuso da un fondone abbottonato. Come vede, infatti, l'appunto che si può muovere al cappotto di Gable è un difetto di volume nella parte bassa, che se si aprisse un po' di più darebbe una sensazione di abitabilità più compatibile coi nostri tempi.


Cavallereschi saluti

Giancarlo Maresca

da Napoli, lunedì 24 ottobre 2016 alle ore 09:13:26
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INVIO

Davide Baroncini

Egregio Gran Maestro,


ringrazio sentitamente per la Sua risposta.

Comincio la ricerca del tessuto.



Allego una foto interessante. Distinti saluti. Davide Baroncini.








da Imola (BO), lunedì 24 ottobre 2016 alle ore 11:43:20

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