Oggetto: Gianfranco Ferré

Massimo Pederzani

da Varese, giovedì 17 novembre 2016 alle ore 12:21:12

Buongiorno Gran Maestro del cavalleresco ordine.

Seguo la vostra insigne opera da molto tempo, giovandomi e dei consigli di stile e degli approfondimenti che qui proponete. Anzi, complimenti per questo nuovo spazio !

Ciò che mi permettevo di proporre è una figura credo troppo trascurata dal buon gusto ma che coltivava senza remore e con fermezza l'abbigliamento e l'estetica classica : GIANFRANCO FERRE'.

I suoi abiti erano spesso impeccabili, classici, su misura di A.Caraceni. Le camicia con gemelli, nell'amato contrasto azzurro-bianco, le cravatte a piccoli disegni inglesi. E le scarpe, Berluti o Messina. Pacato, distante dal mondo in cui lavorava anni luce, Ferré meglio figurerebbe in queste stanze che in Montenapoleone. Lo vedevo a volte in giro per Milano. Un gentiluomo appassionato d'arte e di abbigliamento classico che mi faceva pensare come poteva vivere in quel mondo di finto lusso.

Cosa dice, merita un approfondimento ?

Con stima

Avvertenza:
Volendo aggiungere immagini interne all’intervento, cliccare Invio due volte prima e dopo averle inserite.
Solo così appariranno ben distanziate dal testo e tra loro.

Selezioni l'immagine di anteprima

INVIO

Giancarlo Maresca

Egregio signor Pederzani,
Ferré fu pittore per istinto, architetto per studi, disegnatore di gioielli all'inizio e di abiti per tutta la vita. E' stato senz'altro un artista come tanti, uno stilista come pochi e una personalità unica, che fondeva le cose perché stavano bene insieme e non per pura provocazione. Il suo aspetto è stato la sua condanna, perché il mondo della moda non poteva tollerare un protagonista che non la subisse. Se è stato dimenticato è perché fu un uomo classico in un ambiente che del Classico voleva saccheggiare i tesori e non celebrare la gloria.
 

Ne ho un piccolo ricordo personale. Nei primi anni 2000, quando andavo a Milano ne approfittavo per un taglio presso l'Antica Barberia Colla, vero fondaco di cultura maschile. Un sabato mattina ci andai insieme al compianto amico Rolando Monzani, col quale mi intrattenevo mentre si faceva regolare baffi, pizzo e capelli dal buon Franco Bompieri. Il prossimo cliente ero io e Bompieri mi servì subito dopo, meticolosamente come sempre. Seduto c'era lui, Ferré, con un maglione a grandi coste in cachemire beige, un paio di pantaloni di flanella e vecchie Timberland ai piedi. Non ricordo la camicia, ma la tenuta era perfetta per un fine settimana. d'inverno. Aspettava senza fretta, come un cliente qualsiasi, perché evidentemente voleva essere servito dal maestro e non dai collaboratori che intanto si erano liberati. Tra l'altro anche lui veniva chiamato maestro da tutti coloro che gli erano vicino, e di certo c'era un motivo. Nel più rigoroso stile milanese nessuno gli dava confidenza e lui faceva altrettanto, immerso nella lettura del Corriere della Sera.

Fu un uomo elegante? Io l'ho visto tale. Aveva la calma, la cura e la misura per esserlo. Talvolta amava caricare i dettagli ai limiti del dandysmo, come nella foto in alto. Adottando accessori decisamente fuori moda vi compare con fermacravatte, spilla al colletto, pochette e, chicca ancor più rischiosa, penna nel taschino. Sotto l'abito scuro, l'immancabile camicia bianca che fu la passione o forse la sigla del suo lavoro nel mondo maschile.

Mi compiaccio con Lei per averne segnalato la figura,
perché possiamo ricordarlo come uno dei nostri.
 
Giancarlo Maresca
da , lunedì 21 novembre 2016 alle ore 00:48:34
INTERVENGA

INSERISCI UN'IMMAGINE

INVIO

Prossimi Eventi

oggi maggio - 2025
Lun
Mar
Mer
Gio
Ven
Sab
Dom